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Rovereto: cane muore avvelenato, i padroni restano intossicati

Il cane Mala non ce l’ha fatta. Il piccolo meticcio di otto anni non è riuscito a sopravvivere al veleno divorato da terra e contenuto, con tutta probabilità, in un boccone “farcito” e appositamente posizionato.

Anche i suoi proprietari sono rimasti intossicati. Il fatto è accaduto domenica scorsa a Santa Barbara, a monte di Ronzo. I due coniugi e il cane avevano fatto una passeggiata e stavano per risalire in automobile per tornare a casa. Mala si era sporcata giocando con la neve, e tremava. L’errore dei proprietari è stato pensare che avesse freddo.

Non era così: Mala stava patendo gli effetti del veleno ingurgitato.

Gli spasmi sono arrivati poco dopo, assieme alle convulsioni, assieme al vomito. I due si rendono conto di cosa possa essere successo, pur non essendosi accorti che aveva mangiato qualcosa da terra.

Solo successivamente si scoprirà che aveva ingoiato una polpetta farcita di anticrittogamici, pesticidi potentissimi ed estremamente pericolosi. 

I due coniugi hanno trasportato Mala dal veterinario, ma all’arrivo in ambulatorio era già morta. 30 minuti: questo è stato il tempo che il veleno ha impiegato ad ucciderla. 

I proprietari sono rimasti lievemente intossicati per essere venuti a contatto con la saliva e il vomito del cane in agonia, ma non ci sono preoccupazioni per loro. I due pensano ora ad una denuncia penale.

Non è la prima volta che casi di avvelenamento di animali avvengono nella zona di Rovereto. Invitiamo chiunque abiti in quella zona a prestare assoluta attenzione.

Foto: repertorio.

Adottato in canile, esce in passeggiata e muore avvelenato

Il fatto è accaduto a Cosio Valtellino: Aragon, pastore del Caucaso di circa 4 anni di età, è rimasto ucciso a seguito dell’ingestione di un boccone avvelenato mentre si trovava in passeggiata con il suo umano.

Tutto già di per sé molto triste, se non fosse che Aragon era da poco stato adottato da Roberto, un commerciante di Morbegno, dal canile di Via Palestrina a Roma. 

Il cane che Roberto aveva scelto al rifugio era un esemplare depresso, triste – i volontari lo definivano quasi disinteressato alla vita. Dopo l’adozione – e come quasi sempre accade – Aragon era però rinato.

“Qui con noi stava bene”, racconta Roberto, “Era ingrassato, era un giocherellone che non stava mai fermo e tutti i giorni dopo pranzo lo portavo a fare una passeggiata sulla Pedemontana, a Regoledo, nella zona dell’Elisir”.

È stato proprio durante una di queste passeggiate che il cane ha iniziato a rantolare e perdere schiuma dalla bocca. 

Roberto si è precipitato dal veterinario con Aragon agonizzante. Il cane è spirato dopo tre ore di infernale agonia. 

Ora l’uomo racconta di come anche due gattini siano stati trovati morti avvelenati nella stessa zona. Il fatto è stato segnalato all’ENPA di Sondrio, mentre non è ancora stata sporta denuncia alle forze dell’Ordine.

Nella foto: Aragon dopo l’adozione.

Caltagirone in lutto per l’avvelenamento dell’ennesimo cane

Manifesti a lutto sono stati appesi per tutta Caltagirone, in provincia di Catania, dopo che l’esistenza del cagnolino Bigio è stata prematuramente stroncata da una dose di veleno.

Le epigrafi sono state fortemente volute dalla famiglia umana del cane, gli Scebba-Al Maani, che ha desiderato rendere pubblico a tutti i cittadini l’orrore di una morte silenziosa e senza colpa. Inutile precisare che i responsabili del gesto non sono stati individuati. 

Quel che si sa, tuttavia, è che i bocconi farciti al veleno sono stati sparsi in contrada Romana e che un’altra cagnetta, di nome Nur, sia stata salvata per pura fortuna.

Il manifesto a lutto dedicato a Bigio ricorda ai cittadini di Caltagirone che gli animali vanno rispettati in quanto esseri viventi e che la crudeltà nei loro confronti è punita dall’articolo 544 bis del Codice Penale.