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Terremoto: molti animali messi in salvo, ecco le strutture che li ospitano

È stato il Cento Tutela Fauna Selvatica Il Pettirosso di Modena a soccorrere oltre 200 volatili rimasti, dall’inizio delle scosse sismiche, senza un rifugio.

Si tratta di volatili di varie specie, come gheppi, barbagianni, allocchi. In particolare, due giorni fa gli operatori del centro sono riusciti a recuperare sei pulcini di barbagianni – un animale, questo, che come molti altri ha l’abitudine di costruire il proprio nido nelle case di campagna abbandonate e diroccate, e dunque a maggior rischio sismico.

È stato proprio tra le macerie di un ristorante che, un paio di giorni fa, gli esperti del Centro hanno portato in salvo un piccolo gheppio: “Mentre cercavamo di salvare il salvabile tra le macerie, abbiamo notato questo cosino nero che sporgeva”, racconta il ristoratore, “mi sono avvicinato e l’ho raccolto. Ho cercato di farlo riprendere dandogli acqua, prosciutto e pane. Poi abbiamo contattato i volontari del centro. In venti minuti sono arrivati e sono entrati tra le macerie per cercare altri esemplari che però non sono stati trovati. Sono stati fantastici. E questo ritrovamento mi ha commosso, mi ha fatto ritrovare un po’ di coraggio”.

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Terremoto: non abbiate vergogna di preoccuparvi per gli animali

Riportiamo a seguire, senza commenti e senza modifiche, il bellissimo intervento di Oscar Grazioli per il quotidiano Il Giornale.

“Quando si affronta una calamità naturale che porta a morte disagi e sconforto in una popolazione, si ha una certa ritrosia a occuparsi degli animali e della loro sorte, perché a qualcuno potrebbe sembrare un fenomeno del tutto marginale nei confronti delle tragiche vicende umane. E invece è sbagliato, profondamente sbagliato, sia dal punto di vista etico che di quello della pura e semplice cronaca. Il problema degli animali esiste, siano essi d’affezione o d’interesse zootecnico ed è giusto che una parte dei servizi di soccorso si prendano cura anche di questo aspetto. La catastrofe provocata in Louisiana e Mississippi dall’uragano Katrina causò la morte di un numero ancora ignoto d’animali, selvatici e domestici. C’è un racconto, su un tabloid americano, che colpisce chi ha un minimo di sensibilità. Una famiglia stava abbandonando la propria casa, ormai invasa dall’acqua. La lancia di salvataggio era strapiena e non c’era posto per il cane. Lo hanno portato al secondo piano e gli hanno lasciato tutto il cibo e l’acqua che potevano. Quando, dopo giorni, sono tornati all’abitazione il primo pensiero è stato per il cane che li aspettava scodinzolando tra le ciotole vuote.

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Le radiazioni di Fukushima arrivano agli USA attraverso i tonni

I tonni pinna azzurra del Pacifico sono, in ordine di apparizione sui media, le ultime vittime della tragedia nucleare di Fukushima.

Secondo Care2 ma non solo, i pesci porterebbero con sé cesio radioattivo proveniente dalla centrale nucleare giapponese, e sarebbero riusciti a raggiungere la costa della California.

Quindi giovani tonni catturati a poca distanza da San Diego lo scorso anno mostravano segni di radioattività a livelli ancora tollerabili. Tuttavia, la scoperta offre una finestra agli scienziati interessati a studiare la migrazione di questi animali e le sue inevitabili conseguenze.

In tutti e quindici gli individui catturati lo scorso anno è stata trovata presenza di cesio. L’isotopo radioattivo non era mai stato riscontrato nel pesce catturato prima del 2011, né nei tonni pinna gialla nativi delle acque californiane.

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Il terremoto nel centro-nord ha causato un’ecatombe di rondini

Un’intera generazione di rondini e rondoni non c’è più: è stata uccisa dal sisma che ha scosso mezza Italia tra sabato e domenica scorsi.

Come già accennato nelle news date nei giorni scorsi, è difficile quantificare le perdite di vite animali a causa del terremoto. Mano a mano che i giorni passano, tuttavia, le vittime aumentano e i danni si specificano.

È notizia di ieri che rondini e rondoni che avevano da poche settimane raggiunto il nostro Paese sono stati annientati nella bassa modenese e ferrarese a causa dei crolli provocati dalle forti scosse. A spiegarlo all’ANSA, che pubblica la notizia, il Responsabile del Centro di Recupero Fauna Selvatica Il Pettirosso di Modena, Piero Milanin: “Sono venuti giù i palazzi dei centri storici, chiese e torri, i merli del castello. Tutti punti privilegiati dalle rondoni e dai rondoni per nidificare. Ed è successo in un periodo in cui le uova sono già state deposte oppure sono appena nati i piccoli. Il terremoto ha poi sorpreso gli animali mentre dormivano. Sono rimasti tutti lì sotto”.

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Terremoto: molti animali feriti macellati sul posto

Il terremoto che ha colpito il centro nord durante lo scorso weekend ha registrato, oltre alle tragiche morti umane, anche tante vittime invisibili che nessuno ricorderà mai: gli animali.

Vittime dei crolli degli allevamenti in cui erano detenuti senza poter scappare, rimasti schiacciati dai tetti delle stalle collassate, prigionieri delle macerie: sono numerose, tantissime, le creature non umane che hanno pagato sulla loro pelle l’impossibilità a fuggire, a nascondersi, a trovare un riparo dal sisma.

Secondo Geapress, gli accertamenti per determinare il numero preciso di vittime animali del terremoto sono ancora in corso, perché i dati sono parziali, incompleti.

Quel che si sa per certo è che una delle zone più colpite è, naturalmente, quella emiliana – soprattutto nei comuni di Mirandola, San Felice sul Panaro e Finale Emilia.

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