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Bino è morto: il cane trascinato dall’auto non ce l’ha fatta

È spirato nel tardo pomeriggio di ieri Bino, il cane trascinato da un’auto in corsa a Turi, in provincia di Bari. Avevamo avuto modo di parlare della sua storia a questo link.

Si è sperato fino all’ultimo che ce la potesse fare, e sebbene le sue condizioni si fossero aggravate negli ultimi giorni, un ultimo flebile miglioramento proprio nella giornata di ieri aveva lasciato acceso un tenue bagliore.

Invece nulla: Bino è morto. Le ferite causate dal trascinamento da parte di un mezzo in corsa - cosa che pare ormai assodata anche secondo questo articolo di Geapress che riporta la notizia – erano troppo gravi ed hanno causato dapprima una grave setticemia, poi una paralisi totale, e infine la morte.

Un’altra cosa che sembra ormai chiara è che Bino avesse un padrone, generalità ignote, che sarebbe però responsabile del “solo” reato di abbandono – in Italia punito come contravvenzionale. Sarebbe stato invece qualcun altro, poco dopo l’abbandono, ad allacciare il collare di Bino ad una corda e a trascinarlo al punto di levargli la pelle di dosso. Ferite così profonde, in taluni punti – come la mandibola – da lasciare l’osso scoperto.

Bino è spirato verso le sette di ieri sera a causa di una violenta emorragia intestinale. 

Addio, Bino.

Bari: storia di Bino, il cane trascinato da un’auto in corsa

Bino è ricoverato in una struttura veterinaria, perché è ovviamente necessario prendersi cura delle sue ferite.

Sono quelle che vedete nelle foto. Altre le potete trovare qui, dove c’è un album apposito che vi racconta, per immagini, cosa è successo a questo cane.

Prima di finire in clinica veterinaria, Bino era uno dei tanti randagi invisibili di Turi, provincia di Bari.

I volontari che si occupano dei cani della zona sostengono di non sapere con esattezza cosa gli sia capitato, ma che le ferite sono abbastanza eloquenti: Bino è stato con tutta probabilità trascinato da un’auto in corsa che gli ha letteralmente tolto la pelle di dosso.

Dolorante e spaventato, il cane si è comunque fatto avvicinare dai volontari e ha ricompensato le loro attenzioni con la dolcezza di cui solo gli animali sono capaci. 

Per lui c’è bisogno di uno stallo post-ricovero, perché quelle brutte ferite non si devono infettare. E anche perché, se c’è qualcuno che lo ha preso di mira, andare a finire quanto iniziato sarebbe più semplice con un cane ferito.

Per informazioni, andate a questo link e contattate il volontario che si occupa di lui. Se invece per Bino non potete fare nulla, per favore condividete la sua storia: facciamo in modo che non continui ad essere invisibile e dimenticato.