Invisibili e innocenti: i miliardi di animali uccisi per il cibo [VIDEO]

Questa è la traduzione dell’articolo scritto da Robert Grillo, fondatore dell’associazione Free From Harm. Grillo ha iniziato la sua attività di volontariato per rendere consapevoli le persone in merito alle loro scelte alimentari. 

“La scelta alimentare è il mezzo più potente che abbiamo per creare un mondo che sia più umano e salutare sia per la gente, che per gli animali, che per l’ambiente”, ha dichiarato Grillo, che crede fortemente nella giustizia sociale per gli animali – soprattutto per quelli identificati come “oggetti ad uso dell’uomo” e non come essere viventi. Il vasto numero di animali macellati annualmente nei soli USA a fini alimentari lascia senza parole, ma oltre ogni senso di umanità è la vita in agonia patita da quelli che aspettano il mattatoio.

L’originale dell’articolo, in inglese, si trova qui.

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FARM (Farm Animal Rights Movement) ha pubblicato il suo rapporto sugli animali uccisi per il cibo negli USA nel solo 2010, basandosi ampiamente sui dati della stessa USDA. Tra tutte, la statistica che lascia più sconcertati è la seguente: dei 10 miliardi a 153 milioni di animali di terra sistematicamente uccisi in tutto il Paese, 875 milioni sono morti di stenti, malattia, ferite, inedia, soffocamento, macerazione e altre atrocità tipiche degli allevamenti e dei trasporti.

Se partiamo dal presupposto che tutte queste pratiche sono perfettamente legali, ci troviamo di fronte ad una industria che sfrutta e abusa nella completa impunità e in flagrante disprezzo dei più basici bisogni degli esseri senzienti. 

Non esiste forse esempio specista peggiore di questo. Uno sguardo a come il sistema legale americano (ma non solo) gestisce i casi di abusi animali criminali prova che lo specismo nei confronti degli animali da fattoria non solo è accettato come norma, ma anche come principio legalmente protetto a prescindere dalle vittime. 

Se questi animali fossero cani, gatti o cavalli, gli aguzzini verrebbero perseguiti penalmente, ma gli allevatori e le corporazioni non sono ritenuti responsabili per i loro abusi nei confronti degli animali da cibo. Animali che sono essenzialmente identici a cani, gatti e cavalli nel loro livello di coscienza.

Il 91% dei 10 miliardi e 153 milioni di animali uccisi per il cibo nel 2010 è rappresentato da polli e galline privi di qualunque tipo di protezione legale. Questa non rappresenta, in alcun modo e secondo alcuna logica, l’applicazione consistente di quella che dovrebbe essere la legge di protezione animale.

Non esiste giustificazione morale o razionale nel causare la sofferenza di 875 milioni di animali, e neppure di uno solo di essi, se è per questo. 

Lo facciamo non perché ne abbiamo bisogno, non perché i prodotti animali ci siano indispensabili. Lo facciamo per nessun’altra ragione oltre al piacere di mangiarne le carni. Se seguiamo questa logica fallace, potremmo anche considerare assolutamente giustificabile la macellazione di un cane perché volevamo mangiarne la carne. 

Non seguire questa logica significa invece aprire i cancelli alla sanzione legale di tutte le forme di violenza verso esseri umani e non umani di cui siamo testimoni ogni giorno.

La risposta non è una riforma più mirata che regoli lo sfruttamento degli animali mentre continuiamo a considerarli oggetti e strumenti dell’uomo, invece di riconoscerli per ciò che sono realmente.

La risposta non è trovare metodi più “umani” di ucciderli attraverso il gas, l’elettricità, l’avvelenamento o altre mostruose modalità. 

La risposta non è cercare rifugio in prodotti “biologici” che, anche se considerati (a torto) umanamente accettabili, non rappresenteranno mai la produzione di massa per supportare i bisogni della popolazione.

Smettiamola di ingannarci.

C’è bisogno che la nostra energia e attenzione sia indirizzata a costruire un movimento che educhi la gente a capire che lo sfruttamento degli animali è sbagliato, fondamentalmente e razionalmente, perché non abbiamo a che fare con oggetti. 

Abbiamo a che fare con esseri senzienti che hanno una vita e che hanno il diritto, almeno il sacrosanto diritto di non essere sfruttati da un’industria che non ha il diritto legittimo e morale di sfruttarli – tanto quanto un singolo individuo non ha il diritto di abusare di un cane o di un gatto.

Posted on 01/09/2012, in Campagne, Dossier, Go Veg, In lotta per and tagged , , , , . Bookmark the permalink. 1 commento.

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