Archiviazioni mensili: ottobre 2011
Il Ministro Brambilla e l’esposto in Procura contro Green Hill
Questa la comunicazione ufficiale inviata da “La Coscienza Degli Animali” in merito alla questione Green Hill, di cui il ministro Michela Vittoria Brambilla si sta occupando.
Nella foto, una fantomatica “ricerca scientifica per il bene dell’umanità”: vivisezione su un beagle. Nessun bene può derivare da un’atrocità simile. Nel video in fondo alla news, il servizio di Striscia La Notizia su Green Hill.
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Il Ministro del Turismo, on. Michela Vittoria Brambilla, ha inoltrato questa mattina un esposto alla Procura della Repubblica di Brescia, al Comando nazionale dei Carabinieri Tutela della Salute e al nucleo dei Nas di Brescia, richiedendo in forma ufficiale un intervento per accertare – all’interno dell’allevamento di cani Beagle destinati alla sperimentazione “in vivo” Green Hill, di Montichiari (BS) – “violazioni della normativa statale e regionale in materia di tutela del benessere degli animali di affezione” oltre a “violazioni della disciplina igienico sanitaria nonché di quella concernente il decreto legislativo n. 116 del 1992″ sulla protezione di animali utilizzati a fini sperimentali, anche al fine di “adottare idonei provvedimenti di natura cautelare”, compreso il “sequestro degli animali detenuti nella struttura”. È quanto si apprende in una nota diffusa dal Ministero del Turismo.
“Da diverse settimane – si evidenzia nell’esposto – i media garantiscono ampia risonanza all’indignazione di moltissimi cittadini che denunciano le condizioni di maltrattamento fisico e psicologico, in cui vengono detenuti, nell’allevamento “Green Hill”, migliaia di cani, appartenenti alla razza “Beagle”, destinati ad essere utilizzati a fini di sperimentazione “in vivo”. Tali proteste hanno dato luogo anche alla costituzione di movimenti animalisti spontanei, volti a sottoporre all’attenzione delle autorità competenti la situazione in cui si trovano i suddetti animali, e anche il Ministro del Turismo è stato destinatario di numerose denunce circa la realtà in oggetto”.
“Le condizioni, a dir poco insalubri, in cui vivono in chiaro sovraffollamento i Beagle di “Green Hill” – continua la nota – costituiscono circostanza che, al di là della sua intrinseca gravità (configurando il maltrattamento di animali, come noto, un reato), produce un gravissimo pregiudizio all’immagine del nostro Paese; non vi è, infatti, chi non veda come il maltrattamento degli animali, anche di quelli allevati per essere destinati alla sperimentazione “in vivo” (fatto peraltro che contribuisce a peggiorare la situazione in quanto la pratica della vivisezione è fortemente censurata dall’opinione pubblica), sia tale da trasmettere un’immagine del tutto negativa del nostro Paese, in particolare presso i turisti stranieri, depotenziandone, in modo rilevante, anche l’appeal turistico”.
Il ministro Brambilla, presidente del comitato per la creazione di un’Italia Animal Friendly da lei stessa istituito presso il ministero del Turismo, ha recentemente ottenuto, nella commissione Affari sociali della Camera, l’approvazione di un emendamento alla legge comunitaria 2011, che concretamente promuove lo sviluppo di metodi alternativi per superare definitivamente la sperimentazione animale, limita l’applicazione di tale pratica, garantisce nuove tutele agli animali utilizzati e soprattutto vieta l’allevamento di cani, gatti e primati destinati alla vivisezione su tutto il territorio nazionale.
Coerentemente con questo impegno, l’on. Brambilla ha preso carta e penna per denunciare agli organi competenti una situazione che “configura ipotesi di reato”, oltre ad “offendere il sentimento collettivo di amore e rispetto per gli animali ed i loro diritti proprio della grande maggioranza dei cittadini”. In attesa del termine dell’iter parlamentare della legge comunitaria , che potrà quindi obbligare la chiusura della Green Hill, vietandone l’attività sul suolo nazionale, e impedirà la nascita di realtà analoghe, il Ministro del Turismo intende farsi interprete ancora una volta delle istanze di quella maggioranza degli italiani che ama gli animali e vuole vederli rispettati. E in particolare del sentimento delle migliaia di cittadini che, da tempo, auspicano un intervento delle istituzioni sul caso Green Hill, una “fabbrica di morte” che “non può trovare spazio in un grande paese civile quale è l’Italia”.
USA: su MTV in onda pubblicità pro-vegetarianismo (video)
L’associazione americana Mercy For Animals ha debuttato in televisione con tre spot pubblicitari pro-diritti animali che andranno in onda su MTV.
Gli spot mostrano tre persone che acquistano prodotti a base di carne – una in una rosticceria, una ad un fast food e l’ultima alla caffetteria di una scuola – solo per notare che le loro buste di cibo grondano sangue. Dopo una pausa studiata, durante la quale i protagonisti dello spot si guardano le mani, la pubblicità taglia su immagini della vita miserabile degli animali negli allevamenti.
Lo spot finisce con un testo on screen che incoraggia i telespettatori ad “aiutare a mettere fine alla crudeltà sugli animali”, scegliendo uno stile di vita vegetariano e invitandoli a visitare il sito chooseveg.com.
Un ottimo inizio per puntare i riflettori quella questione: il punto del problema è affrontato senza fronzoli, e l’acquisto di carne viene associato allo sporcarsi le mani di sangue. Visceralmente, si tratta di spot che feriscono – esattamente come dovrebbe essere. Perché in ogni caso, il dolore che un essere umano può provare guardando certe cose non è neppure lontanamente paragonabile a quello che questi animali patiscono dalla nascita fino alla morte.
Inoltre, un plus della pubblicità è rappresentato dall’invito a visitare il sito chooseveg.com che, di fatto, attacca anche il mercato delle uova e dei latticini, e che quindi demolisce il falso mito degli “allevamenti etici” e “biologici”. Il sito stesso sostiene che l’agricoltura animale su larga scala, anche se biologica, è sempre di natura crudele. Ed è davvero così.
È consolante vedere che per una volta non si ha paura di essere definiti dogmatici o radicali per difendere una posizione. La verità è che esistono gruppi animalisti che promuovono l’idea che pur essendo onnivori si possano aiutare gli animali in toto: ovviamente è falso. Si tratta comunque di una forma di specismo, ossia di predilezione di alcune creature rispetto ad altre.
L’unica critica che si può muovere a queste pubblicità riguarda l’uso della parola “vegetariano”. Sebbene si possa sostenere che il veganismo altro non sia che una forma più stretta di vegetarianismo, il rischio è che gli spot possano essere accusati di inaccuratezza, perché difendere gli animali in toto significa privarsi in maniera radicale di qualunque prodotto provenga dalla loro sofferenza – uova e latticini inclusi (ricordate? Abbiamo parlato ieri della crudeltà che si nasconde dietro la carne di vitello, che altro non è che un sottoprodotto dell’industria casearia).
Non si vuole sostenere che il vegetarianismo sia sbagliato – anzi, si tratta di un importantissimo primo passo verso la consapevolezza – ma il focus su quella specifica parola, nel messaggio che vuole essere lanciato dagli spot, potrebbe creare confusione. E forse sarebbe dunque stato meglio non indorare la pillola, e utilizzare il termine ‘vegan’ in un’accezione più mainstream.
Detto questo, le pubblicità toccano il problema in modo assai diretto: se compri prodotti animali, mangi prodotti animali, supporti il divertimento che ha come protagonisti gli animali, allora contribuisci alla loro sofferenza.
Di seguito, uno dei tre spot.
Chi sapeva che l’Ucraina sta bruciando vivi i suoi randagi? (Petizione e video)
Ucraina e Polonia ospiteranno, nel 2012, la UEFA European Football Championship. I due governi sanno bene che i loro Paesi dovranno essere pronti a sostenere l’evento e che dunque certe “vergogne” dovranno essere cancellate il più rapidamente possibile, soprattutto in Ucraina, in modo da ospitare le migliaia di ospiti in arrivo. Ciò che non tutti i cittadini ucraini sanno è che l’eliminazione fisica dei randagi del Paese fa parte di questo progetto di pulizia.
Per anni, gli animalisti ucraini hanno protestato contro le pratiche inumane utilizzate dal governo per risolvere il problema dei randagi. Le loro suppliche sono sempre rimaste inascoltate, e ora che il torneo di calcio si avvicina, le cose hanno preso una piega mostruosa, inimmaginabile.
Nel nome del calcio, i massacri di cani e gatti senza casa si sono fatti ancora più brutali.
Precedentemente, i randagi venivano soppressi utilizzando un veleno illegale chiamato ditilina. Venivano sparate iniezioni del veleno e gli animali morivano per paralisi dell’apparato respiratorio: in pratica i loro polmoni collassavano e smettevano di funzionare dopo una lunga agonia dolorosissima.
Ora invece le iniezioni sono diventati un semplice fine per arrivare allo scopo: considerata l’urgenza di “ripulire” il Paese, il governo ucraino sostiene che sia stato adottato un metodo “moderno”, “pulito” ed “ecologico” di risolvere il problema.
Nella pratica, significa che gli animali vengono catturati e trasportati ad un forno crematorio mobile, e gettati nel fuoco a bruciare ancora vivi.
È oltre un anno che gli attivisti ucraini protestano contro questa pratica, e la stessa UEFA ha sostenuto di non approvare alcun metodo di controllo animale che presupponga crudeltà. Ma al di là delle belle parole non è stata fatta alcuna indagine in merito a quanto accade in Ucraina. In effetti, alcuni giorni fa il presidente della UEFA Michel Platini ha visitato l’Ucraina e si è dichiarato soddisfatto dei “progressi” fatti nel Paese.
Gli attivisti ucraini sono furibondi: non viene fatto assolutamente nulla per fermare questo eccidio. Si cerca di mobilitarsi anche dall’estero per boicottare la manifestazione e il coinvolgimento dell’Ucraina, ma in pratica non è accaduto nulla – il tutto mentre gli animalisti cercano disperatamente di salvare gli animali (cani e gatti) dai forni crematori a 900 gradi in cui vengono gettati ancora coscienti e piangenti.
Se volete essere la voce di queste vittime innocenti, questa è la petizione da firmare.
Nella foto, il crematorio mobile.
Qui sotto, un video sulla questione.
Massacro animali in Ohio: i superstiti vanno protetti (petizione)
Ricordate la storia del massacro di decine di animali selvatici (perlopiù protetti e in via di estinzione) detenuti privatamente in Ohio? Chi non conoscesse la questione, può leggere qui.
I pochi sopravvissuti all’eccidio compiuto dalle forze dell’ordine americane sono ora in grave pericolo, perché non è garantito per loro alcun happy end.
Per questa ragione è nata una petizione che mira a proteggerli, a tutelarli, e che vuole spingere le autorità dell’Ohio a non restituire questi poveri animali alla vedova dell’uomo che, prima di togliersi la vita, ha aperto tutte le gabbie.
Questa la traduzione dell’overview della petizione.
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La scorsa settimana la nazione ha assistito con orrore al massacro a colpi di pistola di 48 animali esotici sfuggiti ad un privato. I sei unici sopravvissuti non devono in alcun modo ritornare in quel posto.
Al momento attuale gli animali sono in quarantena presso il Dipartimento dell’Agricoltura americano, in uno zoo. La vedova del precedente proprietario, Marian Thompson, si è già fatta viva allo zoo nel tentativo di riavere la custodia sugli animali. Per loro fortuna, il Dipartimento dell’Agricoltura dell’Ohio ha bocciato la richiesta.
Ma potrebbe non essere così per sempre. La Thompson continuerà a cercare di portare via gli animali da un posto che garantisce loro maggiore cura e tutela.
Bisogna chiedere urgentemente al Governatore dell’Ohio John Kasich e al Dipartimento dell’Agricoltura dell’Ohio di garantire che questi animali non ritornino nell’inferno nel quale sono vissuti troppo a lungo.
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Nella foto: gli animali uccisi. La petizione per proteggere i pochi che rimangono può essere firmata qui.
Di seguito, invece, un video sulla vicenda.
La Spagna e l’asino massacrato per tradizione (petizione)
Chi sa cos’è la Fiesta del Pero Palo?
Si tratta di un’altra delle mostruose tradizioni spagnole che hanno come vittima un animale, in questo caso un asinello.
Ogni anno, il 24 febbraio, la città di Villanueva in Extremadura, Spagna si macchia di un crimine orrendo che nessuno è ancora riuscito a fermare. Un asino viene sistematicamente abusato da un punto di vista fisico e psicologico: viene trascinato per le vie affollate del paese e percosso brutalmente da uomini ubriachi (vedete la foto in apertura?). Vengono sparati colpi di pistola vicino alla sua testa, mortaretti esplodono tra le sue zampe. Il risultato è che, a causa dello shock, l’asinello sviene e collassa diverse volte nel corso della giornata.
Sono anni che le più importanti associazioni animaliste si battono contro questa tortura. Già nel 1987 Vicki Moore, co-fondatrice dell’ONG FAACE (Fight Against Animal Cruelty in Europe) era riuscita ad assurgere agli onori della cronaca salvando l’asinello Blackie dalla morte.
Una volta l’intero festival era improntato sul fatto che il divertimento dovesse finire nel momento in cui “finiva l’asino”, ossia quando l’animale moriva. Le leggi più recenti dovrebbero proibire questo genere di crudeltà in toto ma nella Spagna di oggi poco è cambiato, e sebbene a Villanueva non si possa più abusare dell’asino, le torture si ripetono identiche e sistematiche, ogni anno.
Un video del 2003 girato da FAACE e IAC mostrava il trattamento a cui l’animale era sottoposto e venne presentato alla Protezione Animali spagnola, la ANPBA di Madrid, alla Guardia Civile al governo dell’Extremadura: nessuno mosse un dito. ANPBA mise persino in dubbio la veridicità del filmato, ma la triste verità è che in Spagna non si desidera tutelare gli animali – almeno, non a livello istituzionale.
Una lettera di una testimone presente alla festa, nel 1988 racconta: “Ci sono ancora persone che negano il martirio dell’asinello, condannato a soffrire anno dopo anno, solo per non abbandonare questa barbara tradizione. Posso confermare che io stessa sono stata testimone, nel 1986, del linciaggio dell’animale. Il festival si ispira alla morte di un ebreo condannato in quel posto. Un uomo che deve essere torturato e bruciato vivo. Il fatto avvenne all’epoca dell’Inquisizione Spagnola. Nel 1986, un uomo annunciò l’esecuzione dell’asino, che era assurto a simbolo del colpevole. L’animale venne picchiato a morte dai cittadini. Io cercai di scattare delle foto di ciò che stava accadendo perché mi sentivo nauseata e volevo rendere pubblico l’orrore che stava avendo luogo, ma venni spintonata e minacciata e un’anziana donna mi accusò di volerli privare del loro divertimento. Questo fatto costituisce oggi uno dei crimini della Spagna. Spero che non diventi anche la vergogna d’Europa perché chiunque non intervenga dovrebbe considerarsi ugualmente colpevole”.
Se anche questa testimonianza è relativa al 1986, sappiate che quelle che riguardano l’ultima edizione del festival dicono esattamente le stesse cose: non è cambiato nulla da allora.
Maggiori informazioni sulla Fiesta (in inglese) potete trovarle a questo link.
Se invece anche voi desiderate fare sapere al Governo spagnolo che non approvate questo genere di condotta, potete firmare qui una petizione che chiede di sospendere la Fiesta del Pero Palo.
Di seguito, il video relativo all’edizione del 2010. Giudicate voi stessi.
Briciola, la cagnetta picchiata a sangue, ora ha una casa
Riceviamo la comunicazione ufficiale da MA Aversa e ripubblichiamo con grande gioia. Buona vita, Briciola!
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Aversa (CE), 31.10.2011
Lieto fine per Briciola: ADOTTATA!!!
Briciola, la cagnetta bastonata e ridotta in fin di vita, da qualche giorno ha una nuova casa.
Donata e Gian, che qualche mese fa avevano già adottato la nostra cagnetta Cher, ora Babà, sono rimasti colpiti dalla triste storia di Briciola e hanno deciso di donarle una casa e tanto tanto amore.
Siamo stati molto fortunati perchè in questi mesi ho potuto vedere come Babà sia rinata insieme a loro, sempre al centro di mille attenzioni proprio come fosse una figlia.
Non avrei osato sperare in una adozione migliore!
Babà è anche la protagonista di un Diario dal quale mi rende partecipe delle sue vicissitudini, diario che ora condividerà con Briciola!
Ve ne riporto una pagina, sono certa che vi farà sorridere, e se vi scapperà anche una lacrimuccia al pensiero di quanto la nostra Briciolina abbia sofferto prima di arrivare a questo non vi preoccupate, nessuno lo noterà…
Grazie a tutti quelli che ci sono stati vicini e che hanno sofferto con noi. E’ arrivato finalmente il momento di gioire! La denuncia va avanti, non preoccupatevi.
Speriamo che arrivi anche una bella condanna ma nel frattempo, buona visione delle foto e buona lettura!
Francesca
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Ricevo da Gian:
La realtà non è brutta come può sembrarVi da lontano, grazie soprattutto al carattere splendido di Babà comunque ti allego il diario di Babà vecchio e la nuova puntata dedicata a Briciola
Babà sarà felice se il suo diario sarà letto da tutti e anche di ricevere posta dagli amici. il mio nuovo indirizzo mail è [email protected] e potete scrivermi li.
Francesca Oliva
Movimento Animalista di Aversa
Tel.: 347.4897010
Fax: 081.19318372
C.C.Postale n. 76938539
intestato a “Movimento Animalista di Aversa”
IBAN: IT59C0760114900000076938539
Dalla nuova casa di Briciola…
Diario di una cagnina spaesata / 15 Genova 27 ottobre 2011
Qui stanno esagerando, dopo più di un mese che il mio gian mi trascura e torna a casa che sembra uno zombie stanco che non riesce a farmi neppure le coccole, quando finalmente si è tornati alla normalità fatta di gite e pic-nic nei fine settimana ecco che fulmine a ciel sereno mi mettono tra le zampe una rompiscatole pelosa a portarmi via l’affetto dei miei umani.
Sta Briciola è veramente invadente e famelica arrivare alla ciotola è diventata una corsa, insomma arrivo sempre prima io ma le ciotole sono due e la stronzetta si permette di mangiare da quella che io trascuro, roba da gatti.
Dicono che sia stata pestata quasi a morte, sarà ma a me non pare perché corre salta gioca (ebbene si lo confesso non sono riuscita ad odiarla per più di 24 ore e ora ci gioco) Ha un bel caratterino e ieri sera solo perché volevo assaggiare il suo osso, che magari era più buono del mio, mi ha dato un’abbaiata veramente da maleducata.
Per il resto è una copiona, se salto addosso ai miei anche lei salta; se esco in bagno mi segue; se dormo, dorme, se esco… resta a casa (ha ha ha) perché non sopporta ancora il guinzaglio.
Dormiamo tutta notte sul lettone e per fortuna non russa.
L’accento mi sembra delle mie parti e il carattere, a parte che se la tira un pò da guappa, dolce, certo se smettesse di leccare i miei umani sarei più contenta. Questa casa è la mia casa e lei è ospite comunque sono già passati 4 giorni e non puzza quindi forse potrei anche pensare di tenerla più a lungo o ….per sempre.
La convivenza ha anche i suoi pregi a parte i rodei su e giù dai divani, che a farli da sola dopo un po ti annoi c’è poi il vantaggio delle razioni extra di cibo che i miei umani, sentendosi (giustamente) in colpa per questo affronto ai miei sentimenti, ci elargiscono spesso anche se non sono d’accordo sulla divisione perché io peso almeno 4 chili più di briciola e dovrei avere i bocconi più grossi invece… ciccia.
Nella prossima puntata Vi manderò delle foto anche se poverina è proprio brutta, con tutto quel pelo lungo e soffice e le orecchie dritte, vuoi mettere che finezza noi rasi con le gambe lunghe e delle elegantissime orecchie pendule
Saluti a tutti da briciola che mi incarica di dirvi che stà bene
Anche se la vita dell’emigrante è sempre difficile ( a me lo dice!!!!) scherzi a parte mi ha raccontato una storia terribile di botte e della dolcezza degli amici che l’hanno salvata riconcigliandola col genere umano, io mi sono fatta un’idea: visto che è praticamente resuscitata non è che sotto tutto quel pelo c’è un… gatto travestito. Se così fosse sarebbe il colmo e non potrei mai perdonare Francesca e Macrina che mi hanno organizzato questo scherzo o forse sarebbe meglio dire questo regalo.
Ora vi lascio a presto, babà .
Stop a fabbrica di primati per vivisezione a Puerto Rico
Questo mese il Senato di Puerto Rico ha votato all’unanimità per fermare il programma di costruzione di una fabbrica che avrebbe ospitato e fatto nascere macachi da vendere poi a istituti di ricerca, perché venissero vivisezionati.
La Bioculture Ltd, società con base alle Mauritius, aveva in progetto di costruire una fabbrica a Guayama, Puerto Rico, e di catturare oltre 4000 scimmie dalle Mauritius. Gli animali sarebbero stati poi utilizzati per la riproduzione e inviati ai vivisettori per l’industria farmaceutica.
Già nel 2009 la Corte Suprema di Guyama aveva messo un freno all’iniziativa, perlomento temporaneamente, a causa di permessi mancanti. Lo scorso anno, la Corte d’Appello portoricana aveva però autorizzato il prosieguo dei lavori di costrizione della struttura, spingendo così gli animalisti a fare pressioni ancora maggiori.
Oltre agli ovvi problemi di crudeltà animale, si iniziò a parlare anche dell’impatto che una fuga massiva di primati avrebbe avuto sull’ecosistema dell’isola, e delle esalazioni di gas provenienti dalla fabbrica.
Negli ultimi due anni la Bioculture era già stata citata in giudizio e multata per la costruzione abusiva di strutture e per l’inquinamento delle acque.
Ora si vocifera che la società abbia in programma di costruire altrove: si spera che i permessi le vengano ancora negati.
Nella foto: scimmie in gabbia cercano di trovare conforto in un abbraccio.
Costruisce trappola per uccidere gatti: denunciato
Località Vignazze di Marudo, nel lodigiano: gatti che spariscono, non tornano più a casa. Corpi che non si ritrovano. Tracce che si perdono senza un perché, all’improvviso. Gatti padronali sentiti miagolare disperatamente e mai rintracciati.
E poi si scopre l’esistenza di un assassino di gatti, così pieno di livore contro i felini da aver addirittura costruito una gabbia trappola in grado di ucciderli.
Motivo: “Minacciavano i miei pulcini e mi mangiavano l’insalata”.
L’uomo, un settantenne, è stato individuato perché i suoi vicini hanno chiamato i carabinieri di zona dopo aver sentito il loro gatto lamentarsi da un punto che non riuscivano ad individuare.
I militari si sono recati dal settantenne per un sopralluogo e hanno trovato il micio nella sua serra: l’anziano l’aveva attirato con del cibo e rinchiuso in una gabbia disseminata di spine, in modo che non potesse scappare.
Il sadico è stato denunciato per maltrattamenti mentre il gatto, fortunatamente, è riuscito a sopravvivere.
Como: mucca lasciata in agonia per motivi religiosi
Le assurdità non finiscono mai. Questa storia ne è un esempio lampante.
Nel comasco, una mucca è lasciata in agonia da cinque giorni a causa della fede religiosa del suo proprietario.
La mucca, di nome Jamuna, è malata e affetta da paralisi progressiva: la patologia le ha colpito gli arti posteriori e finirà col raggiungere il cuore. Da qualche giorno l’animale non è più in grado di muoversi ed è immobile a terra, agonizzante, sui bordi di via Sant’Agata, ossia la strada che porta alla frazione di Gera Lario.
Il proprietario non ha la minima intenzione di farla abbattere, perché pare che secondo la sua dottrina buddista l’animale debba essere lasciato morire in maniera assolutamente naturale e senza alcun riguardo per le sue sofferenze.
Perché nessuno interviene? Se questa mucca è abbandonata per la strada da cinque giorni, al freddo, alla pioggia, immobile e privata di cibo e mucca, di cos’altro ha necessità l’autorità giudiziaria per procedere al sequestro dell’animale e intervenire con le cure più adatte, si riassumessero solo in una pietosa eutanasia?
Se qualcuno si trovasse in zona e potesse verificare la situazione, il gesto sarebbe molto apprezzato.
La libertà religiosa di un uomo deve riguardare lui, non altre creature.
Oristano, veterinario abbandona il suo cane: querelato
ENPA ha querelato un veterinario di Oristano e lo ha denunciato per maltrattamento e abbandono nei confronti del suo cane di proprietà, una femmina di bulldog. La Protezione Animali ha anche richiesto all’autorità giudiziaria di disporre del sequestro del cane al fine dell’evitare il ripetersi della condotta delittuosa e per acquisire nuovi elementi di prova contro l’indagato.
La bulldog era stata ritrovata alcuni giorni fa dalle guardie zoologiche abbandonata in strada, tra Saniuri e Villanovaforru, ed era, a detta della stessa ENPA, “sporca, infestata da pulci e zecche, debilitata tanto da non potersi muovere e da non poter abbaiare, col corpo escoriato”.
All’apparenza, dunque, un cane vittima di un incidente stradale. Però l’ENPA scopre, poco dopo, che il bulldog è regolarmente microchippato e che risulta di proprietà di un veterinario orsitanese.
Le condizioni del cane erano quindi da ricondursi ad un’incuria perpetrata nel tempo – ipotesi confermata anche dai medici che hanno provveduto alle cure.
La piccola ora sta meglio, ma l’aspetto giudiziario della vicenda è problematico.
Dice ENPA: “Nonostante recenti sentenze della Cassazione abbiano stabilito che il proprietario di un cane deve rispettarlo come essere senziente, controllarlo, adoperarsi attivamente per rintracciarlo in caso di smarrimento, l’autorità giudiziaria, dopo aver dato via libera al sequestro del bulldog e al suo affidamento all’ENPA, è tornata sui suoi passi. Al magistrato inizialmente investito della questione ne è subentrato un altro che non solo non ha ravvisato l’ipotesi di maltrattamento, ma ha disposto l’immediata restituzione del cane al proprietario”.
Da non credere. ENPA è stata dunque costretta ad ottemperare a quanto disposto, ma ritiene che l’incolumità del bulldog sia ancora in pericolo.
Se ci saranno novità sulla questione sarà nostra cura informarvi immediatamente. Non si lasciano “giocattoli” in mano agli aguzzini.