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Colombia: 2000 squali massacrati per le loro pinne

Le autorità colombiane hanno notificato un gravissimo massacro nelle acque colombiane del Pacifico, in particolare nel santuario di Malpelo: oltre 2000 tra pesci martello, Galapagos e squali sarebbero stati massacrati per la loro pinna.

Il Guardian riporta quanto segue: “Ho ricevuto un rapporto, che era davvero incredibile, dagli osservatori in arrivo dalla Russia per osservare le grandi concentrazioni di squali a Malpelo. Hanno visto un grande gruppo di pescatori introdursi illegalmente nel territorio”.

Queste le parole di Sandra Bessudo, portavoce del Governo colombiano in materia di ambiente. Gli osservatori hanno contato circa 10 barche da pesca, tutte battenti bandiera della Costa Rica.

“Mano a mano che gli osservatori si avvicinavano, trovavano animali privati della loro pinna. Nessuno di questi era vivo”, continua Bessudo, sottolineando che uno degli osservatori ha fornito un video che mostra i corpi senza vita degli squali cui è stata mozzata la pinna dorsale.

La stima è di circa 200 esemplari massacrati per ciascuna barca da pesca, per un totale di 2000 vittime animali.

Il santuario Malpelo è, per l’Unesco, patrimonio dell’umanità e si estende per 8,570 chilometri quadrati di ambiente marino che serve da habitat protetto per le specie minacciate. Squali in particolare.

Successivamente alla notifica del massacro, l’esercito colombiano ha dichiarato di aver sequestrato una nave da pesca ecuadoriana sulla quale erano presenti animali per 300 chili di peso.

Il Ministro colombiano degli Esteri ha poi provveduto a comunicare il suo disappunto al suo omologo ecuadoriano, il quale ha promesso di cooperare perché una strage simile non abbia più luogo.

La conservazione e la protezione dei predatori del mare – ma non per questo meno vittime dell’uomo – si fa sempre più complessa.

Maggiori informazioni sull’accaduto sono reperibili, in inglese, a questo link.

Il Clupeide è il pesce più importante dell’oceano. E va salvato

Piccolo e bruttino, il Clupeide, eppure così importante. I Clupeidi, considerati rilevanti da un punto di vista commerciale nei loro nomi più conosciuti – aringhe, sardine e alose - sono in assoluto i pesci più vitali alla sopravvivenza di oceani e mari. 

Le specie atlantiche in particolare hanno una caratteristica non comune: gli esemplari adulti filtrano dai 15 ai 22 litri di acqua al minuto. Questo permette alle alghe di essere tenute sotto controllo e fa in modo che le profondità degli oceani ricevano luce solare a sufficienza da far sì che l’ecosistema marino possa sopravvivere. 

Allo stesso tempo, i Clupeidi sono prede vitali per numerosissimi predatori marini.

L’uomo, ovviamente, li preda a sua volta. In maniera irresponsabile e massiva, tanto che i Clupeidi dell’Oceano Atlantico rischiano di scomparire. Cosa accadrebbe se una tragedia del genere non fosse evitata? Cosa resterebbe del mare, e della vita che lo popola?

A causa della loro taglia questi pesci sono tra i più torturati dalla mano dell’uomo. Sono sempre stati catturati senza tregua, impigliati nelle reti dei pescatori e rivenduti a poco prezzo. Dal 1955 ad oggi, non rimane di loro che il 10% della popolazione originaria.

Su The Petition Site esiste la possibilità di firmare una lettera che, spedita al Governo Americano, chiede di proteggere questo piccolo, preziosissimo pesce. Come tutte le altre creature, anche lui ha il diritto di vivere. 

La petizione è a questo link.

Firmiamola.

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