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Amaci, non mangiarci: approccio all’etica veg

L'infografica di PETA per l'approccio all'etica vegSi può scegliere di diventare vegan per motivi salutistici e/o etici. In ogni caso, chiunque abbia compiuto questa scelta di vita è convinto delle proprie idee e certamente di essere nel giusto, a dispetto dei detrattori che hanno da ridire sia sul fatto che sia eticamente corretto, sia col fatto che si tratti di una scelta salutisticamente intelligente.

Lo sfruttamento degli animali da parte dell’uomo si attua, principalmente, secondo quattro diverse modalità: la prima riguarda, naturalmente, l’exploitment per il cibo. La seconda concerne invece la ricerca medica e scientifica, ossia la sperimentazione sugli animali (altrimenti detta vivisezione. Le due parole sono sinonimi, anche se alcuni ritengono il contrario). La terza, è relativa allo sfruttamento per il divertimento dell’uomo, a colpi di circhi e zoo orientati all’esposizione e non alla conservazione delle specie che, nel loro habitat, vedono la loro vita resa impossibile dal bracconaggio, dall’inquinamento, dall’abuso dell’ecosistema che viene frantumato e corrotto. L’ultima riguarda invece l’utilizzo di animali per i nostri vestiti, e include primariamente la pelle e il cuoio, ma anche la lana (qualcuno ha mai sentito parlare di mulesing?) e la seta (chi sa cosa succede ai bachi da seta?).

Resta ovvio che, nell’epoca attuale, in cui lo sfruttamento animale è così perpetuo e marcato da non provocare, nella maggior parte della gente, neppure più il minimo brivido, la scelta di vivere veg sia apparentemente complessa. In realtà, basta un po’ di intelligenza e di pazienza nel voler cercare alternative valide, che esistono e che non tolgono assolutamente nulla alla pienezza di un’esistenza. Un bel sito per approcciarsi all’etica veg è questo.

Chiunque consideri i vegan come una “setta” di stampo pseudoreligioso o estremista ha fondamentalmente torto. Ovviamente non c’è nulla di religioso nella scelta di vivere vegan, se non nella contemplazione di una vera e onnicomprensiva pietas cristiana (anche se il cristianesimo e la religione, ripeto, non c’entrano niente), ma se il termine estremismo viene considerato nella sua accezione di “radicalità”, allora sì, i vegan sono radicali nel loro rispetto degli animali e nella scelta di non sfruttarli, almeno per quanto possibile. Questo si chiama antispecismo, ma è qualcosa di cui si discuterà più in dettaglio in un altro momento.

Nel frattempo, ecco l’infografica di PETA per la promozione dello stile di vita veg: mostra i consumi di carne medi negli Stati Uniti per anno. Praticamente un’ecatombe di animali: 16 miliardi di animali non umani vengono macellati ogni anno per l’appetito del consumatore.

Ferito in mezzo alla tangenziale, nessuno si ferma

Il micino trovato ferito sulla tangenziale di NapoliAbbandonato sulla corsia centrale di una tangenziale, ferito. Incapace di muoversi, per il dolore e la paura, lo shock. Un micino di un chilo di peso. Le macchine in coda per andare chissà dove lo vedono e lo scansano come se avesse la peste. Nessuno, neppure per un attimo, pensa di fermarsi e – non dico di portarlo a casa, ma almeno di raccoglierlo e spostarlo da lì, dove sicuramente finirà ucciso prima o poi. Magari lui ha così tanto dolore e così tanta paura che si augura che sia più prima che poi.

Poco dopo però, per una di quelle casualità fortunate, a passare su quella stessa strada è una ragazza che invece un cuore ce l’ha. Lo vede lì, rannicchiato in mezzo alla carreggiata, e si ferma a soccorrerlo.

Lui lo vedete in foto, è solo un gattino. Piccolo, un cucciolo. Ha il muso spappolato da quello che senz’altro è stato un incontro ravvicinato con un’automobile. La ragazza lo trasporta immediatamente in un pronto soccorso veterinario e, dice nella nota di Facebook riguardo il fatto, pare che il piccolo potrà sopravvivere.

Il fatto è avvenuto lo scorso 4 ottobre 2011 sulla Tangenziale di Napoli Fuorigrotta-Camaldoli, tra le nove e le dieci del mattino. Tanta gente che passava, e nessuno che si è fermato. Tranne una. Per fortuna.

Vi rimando al sito per il quale la ragazza che ha salvato questo micino fa volontariato, così se volete potete sostenere le cure di quest’ennesima vittima dell’incuria umana.

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