Archivi Del Blog
LAV denuncia il proprietario di Jerry, seppellito vivo a Desenzano
LAV ha deciso di sporgere denuncia per maltrattamento di animali nei confronti dell’uomo che si è macchiato dell’infamia di seppellire vivo Jerry, il breton di 13 anni ritrovato sotto un cumulo di macerie dalla Polizia Locale. La sua storia la trovate qui.
Jerry è rimasto sotto pietre e mattoni per circa 40 ore prima di essere fortunatamente messo in salvo e, ad oggi, le sue condizioni sono migliorate.
Il proprietario nonché aguzzino di Jerry è stato identificato subito grazie al tatuaggio sul cane: si tratta di un cacciatore che possiede, tra l’altro, anche altri due cani (che, a modesto parere di chi scrive, gli andrebbero tolti), e che ha dichiarato che il breton era morto nel momento in cui lo aveva seppellito.
I vigili, in questo senso, sono lapidari: il cane, non più giovane, era malridotto ma vivo e vegeto quando è stato ritrovato. Impossibile crederlo morto al momento della sepoltura.
Una scusa penosa fatta per aggirare la nostra già scarsissima legge sui maltrattamenti, che prevede sempre il dolo, ossia l’intenzione di far male, e che comunque punisce con una detenzione del tutto virtuale. Per la crudeltà animale in Italia non è previsto neppure l’arresto in flagranza di reato, e la pena pecuniaria più alta mai comminata si aggira sui 12 mila euro: un’inezia rispetto ad una vita brutalmente strappata.
“Quanto accaduto è di una gravità inaudita e non può restare impunito. Ci auguriamo che da subito il sindaco di Desenzano emetta un’ordinanza che vieti all’indagato di detenere animali di qualsiasi tipo”, dichiara la LAV.
Nel frattempo, durante l’edizione del TG5 delle 13 di oggi, i vigili di Desenzano hanno ventilato l’ipotesi di prendere Jerry come loro mascotte.
Ci auguriamo che lo facciano, e che l’emotività per quanto accaduto al cane non sia solamente una sensazione passeggera.
Costruisce trappola per uccidere gatti: denunciato
Località Vignazze di Marudo, nel lodigiano: gatti che spariscono, non tornano più a casa. Corpi che non si ritrovano. Tracce che si perdono senza un perché, all’improvviso. Gatti padronali sentiti miagolare disperatamente e mai rintracciati.
E poi si scopre l’esistenza di un assassino di gatti, così pieno di livore contro i felini da aver addirittura costruito una gabbia trappola in grado di ucciderli.
Motivo: “Minacciavano i miei pulcini e mi mangiavano l’insalata”.
L’uomo, un settantenne, è stato individuato perché i suoi vicini hanno chiamato i carabinieri di zona dopo aver sentito il loro gatto lamentarsi da un punto che non riuscivano ad individuare.
I militari si sono recati dal settantenne per un sopralluogo e hanno trovato il micio nella sua serra: l’anziano l’aveva attirato con del cibo e rinchiuso in una gabbia disseminata di spine, in modo che non potesse scappare.
Il sadico è stato denunciato per maltrattamenti mentre il gatto, fortunatamente, è riuscito a sopravvivere.
Manduria: randagio ucciso con un colpo in testa
Gli hanno appoggiato la canna di una pistola alla fronte e hanno tirato il grilletto. O, in alternativa, hanno posato un utensile appuntito – come un punteruolo – sulla sua testa e l’hanno colpito con una mazzetta. In ogni caso, il povero cane di quartiere di Sava, zona Manduria, è morto per un colpo in testa.
La foto dell’animale è quella in apertura: il muso chinato, appoggiato all’asfalto come a chiedere pietà e perdono in un mondo che non conosce né l’una, né l’altro.
Non sappiamo se questo cane avesse un nome, ma sappiamo che era il cane del quartiere e che era stato persino microchippato.
È stato ritrovato così, senza vita e in una posizione che, in qualche modo, rispecchia il modo in cui ha vissuto tutta la sua esistenza: implorando. Attenzioni, amore, cibo, una carezza.
Implorando di essere lasciato vivere.
Il cane era accudito dal personale e dagli studenti dell’ITIS di Sava ed è stato ucciso proprio di fronte alla scuola superiore.
L’ambientalista savese Mimmo Carrieri, che ha denunciato il fatto a carabinieri, sindaco, polizia municipale e ASL di Manduria, definisce la crudeltà umana “senza limiti”.
A dire poco, viene da aggiungere.
Il povero corpo verrà ora sottoposto a un’autopsia. Ma dubbi sulla sua morte violenta non ce ne sono.
Savona: porcellina domestica ammazzata a fucilate
È stata uccisa a fucilate la porcellina Babe, maialino thailandese domestico che veniva accudito come si farebbe con un cane o con un gatto. Il gesto atroce è avvenuto in una frazione di Savona.
L’assassino ha ammazzato la piccola nel suo recinto, dove viveva con la sua cuccia e in compagnia di alcune capre: si è avvicinato e le ha sparato. La Zampa, che riporta la notizia, ritiene che dietro l’azione brutale vi siano alcuni cacciatori.
Il proprietario Walter Bellugi sembra avere ancora meno dubbi e dichiara: “Era giorno di caccia al cinghiale e durante la mattinata sono stati uditi degli spari proprio a poca distanza dalle case”.
L’uomo si è dichiarato dispiaciuto per la morte dell’animale e ha sporto denuncia alla Polizia Provinciale, che ha effettuato un sopralluogo. L’animale ucciso è stato affidato all’Istituto Zooprofilattico di Cuneo, che eseguirà la dovuta autopsia. Ma ci sono pochi dubbi: accanto al corpo c’erano inequivocabili pallini da caccia.