Allevamenti intensivi: quello che bisogna sapere
Sebbene gli allevamenti intensivi comportino numerose pratiche crudeli, non è solo ad esse che i supporter per i diritti animali si oppongono. È l’uso, l’utilizzo degli animali a fini alimentari che viene considerato eticamente sbagliato.
Che cos’è l’allevamento intensivo?
Per allevamento intensivo si intende la moderna pratica di crescere animali finalizzati all’alimentazione. Tali animali sono mantenuti in spazi molto ridotti per massimizzare i profitti. Gli abusi normalmente associati agli allevamenti intensivi includono in genere massiccio uso di ormoni e antibiotici, disposizione in batteria, amputazione del becco e della coda, vasche di gestazione. Gli animali trascorrono la loro intera vita in queste condizioni miserabili fino a che non vengono macellati.
La loro sofferenza è inimmaginabile.
Perché gli allevatori sono crudeli verso gli animali?
Non “vogliono” necessariamente essere crudeli. Cercano di massimizzare il profitto e non hanno alcun riguardo per la sofferenza che infliggono agli animali.
Perché li lasciano soffrire?
Gli allevamenti intensivi non hanno interesse nella sofferenza del singolo individuo come non ne hanno verso la sofferenza collettiva di tutti gli animali che “producono”. Alcuni animali muoiono quando vengono debeccati o quando viene loro amputata la coda. Altri per malattia o per il confinamento, ma l’intera operazione è considerata ancora fonte di guadagno.
Perché negli allevamenti intensivi si usano ormoni e antibiotici?
Gli ormoni fanno sì che gli animali crescano più rapidamente, producano più latte o più uova, e quindi portino maggiore profitto. Gli antibiotici servono a controllare le epidemie di patologie sviluppate a causa della sovrappopolazione, delle ferite, dei tagli e delle abrasioni che gli animali si procurano nelle gabbie. Inoltre la somministrazione di piccole quantità giornaliere di antibiotici produce un aumento di peso. Gli animali sono così imbottiti di medicinali che i batteri diventano resistenti agli antibiotici. Sia gli antibiotici che i batteri raggiungono il consumatore finale di carne.
Perché gli animali vengono mutilati di becco e coda?
Il sovraffollamento produce un aumento di aggressività in qualunque specie. L’amputazione del becco dei polli e dei tacchini è un intervento praticato senza anestesia: il becco dell’animale viene infilato in un macchinario simile ad una piccola ghigliottina e che procede a mozzare la parte. La procedura è così dolorosa che alcuni polli smettono di mangiare e muoiono di fame.
Ai maiali viene amputata la coda per evitare che, nel sovraffollamento, non venga morsicata dagli altri esemplari. La coda è un’estensione della spina dorsale dell’animale, eppure l’intervento è condotto senza anestesia.
Sia l’amputazione del becco che quella della coda sono pratiche estremamente dolorose e crudeli.
Cosa sono le gabbie a batteria?
Le gabbie a batteria permettono una disposizione delle galline ovaiole che massimizza i profitti. Questi animali vivono la loro intera viva senza mai avere la possibilità di aprire le ali.
Di norma, le gabbie da batteria misurano 45×50 cm, e vi possono essere dai 5 agli 11 individui rinchiusi nella stessa gabbia. Neppure se ve ne fosse uno solo, in ogni caso, avrebbe lo spazio per aprire le ali.
Le gabbie vengono disposte le une sopra le altre, in modo che migliaia di animali possano convivere nella stessa struttura. Il pavimento delle gabbie è anch’esso a gabbia ma inclinato in modo da far rotolare fuori le uova.
In linea di massima, gli animali vengono alimentati e abbeverati in modo automatizzato, in modo da ridurre al minimo il contatto con loro. Le galline talvolta possono cadere dalle gabbie, o rimanere incastrate con la testa nelle sbarre, senza accesso a cibo e acqua. Muoiono di stenti.
Cosa sono le vasche di gestazione?
Le scrofe passano la loro vita confinate in una vasca costruita con sbarre di ferro, in modo che l’animale non possa né girarsi né stendere le zampe quando si sdraia. Lo scopo di queste scrofe è di dare vita a cucciolata dopo cucciolata, fino a che la sua “produzione” di future porchette e salami cala. A quel punto la scrofa viene mandata al macello.
Le scrofe confinate mostrano comportamenti nevrotici come masticare le sbarre della gabbia e dondolare avanti e indietro.
Cosa sono le gabbie di confinamento per vitelli?
Nell’industria casearia, ossia finalizzata alla produzione di latte e formaggi, i vitelli maschi sono incatenati e confinati in specifici “loculi” che non permettono il movimento. Questi animali sono considerati “effetti collaterali” dell’industria primaria perché ovviamente non potranno mai essere produttori di latte.
Vengono strappati alla madre al momento della nascita e nutriti con una formula sintetica che sostituisce il latte materno. Questo latte sostitutivo è stato progettato per mantenere la carne del vitello pallida e anemica, come richiesto dai consumatori. I vitelli vengono macellati entro alcune settimane, massimo qualche mese dalla nascita.
Posted on 11/09/2011, in Dossier, Go Veg, In lotta per and tagged alimentazione carnea, allevamenti intensivi, animali per l'alimentazione, go vegan, orrore allevamenti. Bookmark the permalink. 4 commenti.
dopo questa lettura,anche se sapevo già ,e visto alcuni filmati,mi viene da ridere quando alla televisione mostrano ,gli allevamenti ,ben tenuti ,e dove gli animali,sembrano quasi in paradiso,idiozie; la realta è crudele e quasi tutti ,trattano gli animali ,in modo crudele.
penso,che se al posto di questi poveri animali, ci fossero ,i soldi,sicuramente ,verrebbero trattati benissimo.
senza dubbio luciana…
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